Nightscape - paesaggi notturni

Nightscape 2

Il freddo di queste settimane regala aria pungente e una visibilità davvero molto estesa all'orizzonte; niente di meglio da chiedere per chi è appassionato di fotografia paesaggistica, un vero e proprio trionfo per i cultori della massima "profondità di campo". La situazione è molto vantaggiosa anche per la fotografia notturna, dato che le stelle sono molto evidenti, nonostante l'inquinamento luminoso sia sempre presente in prossimità dei centri urbani.

Qualche giorno fa ho approfittato di questo freddo deciso, per uscire, qualche ora dopo il tramonto, sulle colline pelaghesi. Sono stato fortunato per l'assenza della Luna, che sarebbe sorta soltanto a notte inoltrata. Niente Luna in cielo significa molte stelle ben visibili.

In origine avevo in mente di uscire per fotografare il castello di Nipozzano in notturna, sotto un freddo cielo stellato. Sfortunatamente però, dal punto di osservazione che mi ero prefissato, avrei avuto come sfondo le luci della città di Firenze, distante oltre 25 km, ma comunque abbastanza forti da impedire di vedere le stelle: l'inquadratura che avevo in mente prevedeva appunto di orientare la fotocamera verso Ovest, ma da quella parte solo inquinamento luminoso e niente stelle.

L'unica soluzione era di ripiegare su di un "settore" di cielo decisamente più "buio", privo di luci urbane. In questo caso non avevo punti di osservazione felici sul sopracitato castello, quindi mi sono accontentato di un olivo particolarmente fotogenico che mi consentiva di orientare la fotocamera questa volta verso Est-Sud/Est, verso il Monte Secchieta, sopra il quale stavolta c'era un cielo decisamente affascinante. Un soggetto meno interessante, ma decisamente più funzionale.

Dopo qualche scatto di prova ho trovato la giusta messa a fuoco e, dopo qualche ulteriore tentativo, anche la coppia tempo/diaframma a mio avviso più idonea per lo scatto che avevo in mente (l'esposimetro e l'autofocus in fotografia nottura sono pressochè inservibili, quindi vado spesso in manuale). Il diaframma, nelle foto alle stelle, è sempre il più aperto disponibile, nel caso del mio Sigma f/4.

L'olivo scelto però non mi convinceva al buio, a formare una classica silohuette, con le luci di sfondo, non mi piaceva proprio....grazie ai fari di un'auto di passaggio (nel primo caso - foto orizzontale sopra) e alla luce del flash del mio cellulare (nel secondo caso - foto verticale sotto), ho trovato il modo di far staccare questo improvvisato soggetto, dallo sfondo.

Il flash incorporato sulla reflex è fortemente limitato dall'ingombro del Sigma 10-20 che, per le sue dimensioni, crea spesso un bruttissimo cono d'ombra dopo la flashata....non avendo un flash esterno, mi sono arrangiato in altro modo.

Nightscape

Tutte le foto sono state eseguite con un tempo di esposizione di almeno 25-30 secondi, macchina montata su un robusto cavalletto e autoscatto impostato con un ritardo di 2 secondi per non toccare in alcun modo la fotocamera durante la registrazione (avevo lasciato il telecomando a casa!).

Un'oretta di scatti, due foto soltanto sono risultate degne di non essere cestinate...una buona uscita che mi ha ricordato come sia fondamentale sapersi adattare alle condizioni che troviamo "in loco" piuttosto che insistere rigidamente su quanto ci siamo fissati a tavolino.

Questo è tanto più vero nella fotografia naturalistica, dove sarà spesso il fotografo ad adattarsi alle condizioni ambientali piuttosto che aspettarsi che avvenga il contrario.

Before-After....lago di Massaciuccoli


Ho deciso di postare questo intervento per soddisfare la curiosità di tanti amici e appassionati, che mi chiedono, spesso, quanto sia ingente la fase di sviluppo in uno scatto.


Credo non ci sia miglior modo di apprezzare il tipo di sviluppo eseguito, se non il classico prima-dopo.


Lo potete trovare seguendo il link seguente: http://img560.imageshack.us/img560/9156/beforeafterf.jpg



Uploaded with ImageShack.us


Come si vede in maniera evidente, la parte di fotoritocco è abbastanza ingente...a patto di fare una sola considerazione.

La foto in alto, quella di partenza, è la versione .jpeg ottenuta dal .raw di partenza, senza applicare alcuna regolazione.

Per chi ancora non è convinto della "potenza" del Raw: si tratta di una foto molto "povera" di dettagli (nitidezza praticamente nulla), contrasto e saturazione molto bassi...è una sorta di anteprima approssimativa di ciò che il sensore ha registrato...sembra una foto peggiore del peggior jpeg, sfornato dalla più scadente delle compatte...ma l'apparenza inganna!

Il file Raw è un file a 12 bit: le informazioni sono nascoste sotto un velo di apparente bassa qualità...ma ci sono (molte più che in jpeg a 8 bit!)...ed è per questo che il raw "perdona" abbondantemente anche errori di esposizione piuttosto evidenti.

Questa prima fase, lo sviluppo raw, è stata eseguita in Adobe Lightroom, il raw converter che sono solito usare.

La scelta di applicare, in questa fase, poche regolazioni, è legata alla scelta di rimandare tutto ciò in Photoshop, più potente e veloce. Sul raw è stato fatto solo un leggerissimo crop per equlibrare le linee diagonali.

In Photoshop: il lavoro di sviluppo vero e proprio è durato circa un'ora. Non sono stati eseguiti interventi particolarmente complessi: ho usato molti livelli di regolazione Curve, per gestire i contrasti e l'esposizione in maniera selettiva, tramite layer masks, laddove sembravano più necessari.

Il primo intervento è stato di applicare un filtro graduato nero, dall'alto verso il basso, per "comprimere" la gamma di luminosità.

Successivamente il pontile è stato selezionato accuratamente tramite una selezione ottenuta dal canale blu (RGB): qui è stata gestita l'esposizione ed il contrasto selettivo, sempre usando le curve, per massimizzare il microcontrasto (una sorta di scherma/brucia) e simulare un'esposizione differenziale rispetto all'ambiente (come un colpo di flash).

Adottando lo stesso approccio è stato selezionato il cielo e la fascia delle montagne.

Agire selettivamente, là dove serve...sempre adottando layer masks molto sfumate (in questo mi aiuta molto e mi velocizza la tavoletta grafica Bamboo che ho preso da poco).

Alla fine gli interventi si sono orientati sulla gestione del colore: bilanciamento colore e saturazione su tutti.
Anche in questo caso applicati solo dove necessari, mai applicati a tutta la foto in blocco. In particolare il cielo ha beneficiato da questo trattamento esclusivo: ho scurito i blu e i ciano, per ottenere un cielo "polarizzato"...anche rossi, gialli e magenta hanno avuto una "spinta" per enfatizzare l'atmosfera del tramonto.

In ultima analisi ho scelto di applicare una decisa vignettatura (non da tutti condivisa): la scelta è stata più che altra un tentativo, un espediente, per nascondere molte macchie che avevo in alto a destra...il mio obiettivo si era sporcato in maniera vergognosa e in fase di scatto non me ne ero accorto...in questo modo ho attutito questo aspetto...e in più mi convince l'effetto finale che crea, dando un che di cinematografico alla scena...proiettando lo sguardo dell'osservatore, verso il centro della scena, verso l'orizzonte.

In conclusione riduzione rumore (ancora una volta selettivamente, su cielo e acqua) e contrasta migliore.

Questo è quanto: la foto poteva essere fatta in modo anche migliore....se non avessi dimenticato il 10-20 a casa, ne avrebbe beneficiato. Se avessi portato il treppiede avrei adottato tempi più lunghi...e sull'acqua sarebbe uscito un bell'effetto...mannaggià pigrizia.

Come consigliato da molti, anche il punto di ripresa poteva essere leggermente più alto, per separare maggiormente il pontile dall'orizzonte...tutto non si può avere...

tutto sommato sono molto contento del risultato finale...e per adesso va bene così!

Daniele





Inverno sulle Dolomiti


Capita di perdere l'"ispirazione" e la voglia di uscire a scattare. La stagione autunnale dalle nostre parti è stata particolarmente uggiosa, i soggetti fotografici sembravano nascosti talmente bene che non riuscivo a trovare niente di interessante.

A dir la verità, a Firenze e dintorni, c'è stata anche una bella nevicata, come non se ne vedevano da anni: non potete capire la frustrazione di trovarsi bloccato per giorni lontano da casa, dove riposa la vostra beneamata reflex...le uniche foto che sono riuscito a fare in quei giorni, le ho potute fare solo col cellulare!

Insomma, una vera beffa....ed è così che una breve, molto breve, vacanza sulle Dolomiti nel periodo di Capodanno, è riuscita a risvegliare l'interesse e la mia vena fotografica.

Il tempo lassù è stato particolarmente favorevole, la neve ha reso tutto attraente, luccicante...un insieme di bella luce, forti contrasti, trame di legna, sfumature e calde texture, le caratteristiche architetture dei paesi di montagna, con le chiese simili a piccoli gioielli...

Ecco il primo "intervento" dell'anno...ancora Buon 2011 a tutti...
Buona luce!




Chiesa di San Valentino - Siusi (BZ)



Inverno sulle Dolomiti



Inverno sulle Dolomiti



Inverno sulle Dolomiti



Inverno sulle Dolomiti



Inverno sulle Dolomiti



Inverno sulle Dolomiti



Inverno sulle Dolomiti

Tramonto a Poggio Scali



Dopo l'ultima escursione fotografica di Badia Prataglia, dove il meteo non ci aveva aiutato, mi era rimasta la voglia di riprendere qualche panorama dal crinale dell'appennino tosco-romagnolo.

Venerdì 5 Novembre 2010 le condizioni meteo erano perfette: cielo sereno, estesa la visibilità, grazie al vento in quota. L'occasione perfetta per provare il sentiero "00 Gea CT", da tempo in programma. Il sentiero corre lungo il crinale, attraversando il Passo della Calla, sopra Stia.

Lascio la macchina nel piazzale del Passo e parto verso la parte di sentiero che porta a Poggio Scali, punto panoramico a 1520 mt di altitudine, verso le 15:00. Forse sono partito un pò tardi, incrocio subito un signore che sta già facendo ritorno alla sua auto. Sì, forse è un pò tardi. Il sentiero corre quasi completamente lungo il crinale, ed è sovrastato dagli alti faggi. Non si vede per niente il panorama. E il sentiero sale anche, fin da subito.

Dopo il primo km circa vedo i primi cartelli di divieto di accesso al bosco, sia a destra che a sinistra del sentiero. A destra la Riserva Biogenetica "Scodella", a sinistra la famigerata "Riserva NaturaleIntegrale di Sasso Fratino".
L'unica zona percorribile è il sentiero, un corridoio che corre tra le due riserve inaccessibili. Ogni tanto guardo a destra e a sinistra, lungo i versanti: alberi enormi, ovvio, non c'è un'anima.

Pochi colori, c'è un gran vento. I faggi sono spogli, le foglie sono già completamente cadute, e questi alberi sono tutti uguali, altissimi...non vedo altro che faggi, danno quasi noia, neanche fossero nebbia.
Cammino per più di un'ora, salita, discesa, vento, faggi e abeti, non vedo altro...non ho una mappa, il cellulare non prende...non ricordo quanto sia distante Poggio Scali. Il sentiero è un letto di foglie cadute, sotto ci sono fango e sassi, a momenti mi stendo. Forse ho percorso 3-4 km, sono le 16:20, non c'è traccia di Poggio Scali, probabile che rinunci perchè il sole è già basso, che fregatura...sarà per un'altra volta...

...poi a sinistra del sentiero si apre un dirupo, sotto vedo una buona parte di Sasso Fratino, in fondo un ramo del lago di Ridracoli, sotto alberi enormi, pendenze vertiginose...ora capisco perchè è una riserva integrale, anche volendo è davvero impossibile avventurarsi, giù dal crinale.


Ormai proseguo un altro pò...eccolo, vedo Poggio Scali. Me l'aspettavo più alto...è un cucuzzolo spoglio, che sale per qualche decina di metri dal sentiero. Esco dal bosco e salgo su al punto panoramico...mi sbagliavo, la luce è ancora abbondante, basta uscire allo scoperto dai faggi.

Il crinale verso il Passo della Calla



In cima a Poggio Scali il panorama è pazzesco. Mi avevano detto che, se si è fortunati, da lì si riesce a vedere l'Adriatico, non ho problemi a crederci. Si vede tutto il crinale che ho percorso a piedi, si vedono crinali lontani che si susseguono, allontanandosi via via nella poca foschia presente.

Sembra d'essere su una terrazza in mezzo alle foreste, da una parte la Toscana, dall'altra l'Emilia-Romagna.


Un pò di foto....



poi inizia a essere tardi davvero...


rientro nel bosco e via, là sotto comincia a esser buio sul serio.


Via di nuovo lungo il sentiero fino al Passo della Calla, son sudato perchè sto correndo, fa freddo e tira sempre più forte questo vento bastardo, è buio...penso ai lupi, macchè lupi...arrivo alla macchina alle 18:15, son fradicio, mi sono steso, per davvero, per colpa di una buca in discesa e per quei 10 kg di zaino che mi porto appresso...ma ne valeva davvero la pena? Ho pochi dubbi!

Parco Nazionale Foreste Casentinesi

Vertigini

Domenica 24 Ottobre è stata organizzata un'interessante escursione fotografica all'interno del Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Gran parte del Fotoclub Polifemo non è voluta mancare all'appuntamento e si è unita alla spedizione, nonostante il meteo non promettesse niente di buono per la mattinata.

A guidarci il fotografo Michele Venturini, casentinese ed esperto tanto di fotografia naturalistica quanto dell'ambiente del Parco. Persona disponibilissima e davvero competente.


Come previsto il meteo non ci assiste...vento, nebbia e qualche "doccia" che ci piove dai rami.
Tuttavia la foresta è immersa in un'atmosfera affascinante, i colori dell'autunno sono nel pieno del loro splendore, gli alti fusti si proiettano verso il cielo, giocando a nascondersi nella nebbia, e regalandoci una continua caduta di foglie. Il Parco delle Foreste Casentinesi presenta un sottobosco molto pulito e accessibile, a differenza di molti altri boschi limitrofi.




L'escursione si è svolta nei pressi del crinale appenninico di Badia Prataglia: dal paese siamo saliti in auto verso il Passo dei Fangacci, per raggiungere la sommità del Monte Penna.
La nebbia ci ha impedito di ammirare lo stupendo panorama dal Penna, ma in compenso ci ha permesso di scattare foto interessanti all'interno della Foresta, caratterizzate da un'atmosfera quantomeno insolita.


L'intenzione è di tornare al più presto in questi posti magnifici. Dal Passo della Calla fino a La Verna è possibile effettuare lunghi trekking immersi in queste spettacolari foreste (il più famoso credo sia il sentiero "00 GEA"). A pochi passi dal crinale si trova inoltre la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino (che proprio l'anno scorso ha compiuto 50 anni dalla sua fondazione); una riserva di valore inestimabile, che si è recentemente meritata l'attenzione della rivista National Geographic, per il grande interesse naturalistico che questa riveste sia in Italia che in Europa.

Castello del Boccale


Il Castello del Boccale a Livorno, nei pressi di Calafuria, è uno dei migliori spot fotografici che la Toscana possa offrire. Per gli amanti della fotografia, soprattutto di paesaggio, le opportunità sono numerose, così come sono molteplici i possibili punti di ripresa.

La variabilità data dalla luce stagionale e dalle condizioni del mare, lo rendono interessante in ogni periodo dell'anno...ma è soprattutto al tramonto, quando il sole finisce col tuffarsi nelle acque del Tirreno, che il Boccale dà il meglio di sè.

La foto sopra è stata scattata nel mese di Marzo 2010, una mezz'ora prima del tramonto.
E' stato eseguito con treppiede, scatto remoto e due filtri applicati davanti all'obiettivo: un Sigma 10-20. Con l'utilizzo dei filtri della serie P Cokin (due digradanti) sono stato costretto a scattare almeno a 12mm, per evitare la vignettatura, data dal portafiltri, che si crea a 10mm: dato l'ampio angolo di campo del 10-20 il portafiltri entra marginalmente nel campo visivo dell'ottica, cosa che salendo ad almeno 12 mm non avviene.

Lo scatto è stato eseguito in modalità .raw (.Nef in Nikon), con tempi di scatto attorno ai 4 secondi. La luce era ancora piuttosto forte e, nonostante l'utilizzo dei filtri digradanti per diminuire la quantità di luce presente, non sono riuscito ad andare oltre questo tempo di scatto. L'unica alternativa era attendere un'altra mezz'ora, ma il tempo è stato tiranno. Sarebbe stato ideale allungare ulteriormente i tempi di scatto e ottenere un effetto mosso sul mare ancora più evidente.
In macchina, infine, avevo impostato inoltre il ritardo dell'esposizione dopo il sollevamento dello specchio (per evitare il micromosso e ogni possibile vibrazione durante l'esposizione).

Scattando in Raw si hanno enormi possibilità di recupero delle alte luci eventualmente "bruciate" e ampi margini di elaborazione digitale (per esempio le esposizioni multiple), senza rinunciare ad un'alta qualità di immagine e una notevole ricchezza di dettagli.

ALCE: a local contrast enhancer

Qualche giorno fa spulciando le risorse presenti sul web, mi sono imbattuto su un topic di un noto forum di fotografia, dove si parlava di un nuovo Plug-in per Photoshop che sembra destinato inesorabilmente a far parlare di sè. In positivo.

Il plug-in permetterebbe di trattare il contrasto locale sulle nostre immagini, con un algoritmo di calcolo piuttosto elaborato: sinceramente dopo aver visto il prima/dopo proposto sul sito, sono rimasto piuttosto basito.

Questo il link

Ancor più basito sono rimasto dopo aver letto le 15 pagine di topic sull'altro forum a me caro, dove si discute del "plug-in" in questione, discussione nella quale sono intervenuti i ragazzi della squadra di sviluppo, motivando le loro affermazioni con dati tecnici e quant'altro. per completezza: Questo il link sul forum di Juza

Non sono un guru di Photoshop, questo è chiaro, ma ho passato diverso tempo a studiarne le funzionalità per migliorare ed approfondire: tutorial, dvd, adobe tv, guide sul forum e quanto di meglio possa offrire la rete.
Sinceramente non saprei tuttora immaginare come fare ad arrivare a risultati simili in così breve tempo.

Per quelle che sono le mie conoscenze attuali si riesce ad avvicinarsi se si impara bene ad usare high pass, curve applicate selettivamente, uso intenso di layer mask, contrasta migliore, maschere di contrasto, canali lab e robe simili...

...sono molto incuriosito dall'evolversi di questo progetto, tra l'altro tutto italiano.
Io non credo che aspetterò molto ad acquistarlo...la cifra richiesta è davvero simbolica e bassa, contando le cifre che circolano in fatto di tutorial e software.

Le argomentazioni apportate da chi ha lavorato sul progetto mi hanno convinto in maniera decisa...e la cifra richiesta mi sembra piuttosto onesta...

attendo interessanti sviluppi.